Rallentamento dell’occupazione nel Polesine: analisi dei primi cinque mesi del 2023
Scopri i dati sull’occupazione nel Polesine nei primi cinque mesi del 2023 e le ragioni del rallentamento, nonostante la crescita complessiva nel Veneto. Analizziamo i settori coinvolti e le prospettive future.
Introduzione
Il mercato del lavoro nel Polesine ha mostrato segnali di rallentamento nei primi cinque mesi del 2023, nonostante la crescita complessiva dell’occupazione nel Veneto. Questo articolo esplorerà i dati sull’occupazione, le ragioni del calo e i settori coinvolti. Nonostante il rallentamento, sono evidenti alcuni miglioramenti rispetto agli anni precedenti. Scopriamo i dettagli.
Bilancio occupazionale nel Polesine
Secondo uno studio condotto da Veneto lavoro, nei primi cinque mesi del 2023 sono stati creati complessivamente 2.963 posti di lavoro in più nella provincia di Rovigo. Se confrontato con il dato dell’anno precedente (3.256 nuovi posti di lavoro), si nota un calo dell’occupazione. Tuttavia, va sottolineato che questo risultato è comunque superiore a quello del 2021 (2.868 nuovi posti di lavoro) e del 2020 (1.321 nuovi posti di lavoro). Se paragonato al periodo pre-pandemico del 2019 (3.109 nuovi posti di lavoro), l’occupazione nel Polesine è leggermente inferiore.
Le ragioni del calo
Il rallentamento dell’occupazione nel Polesine sembra essere principalmente dovuto a una diminuzione delle assunzioni. Nel 2022, sono state registrate 13.689 assunzioni, mentre nel 2023 il numero è sceso a 13.092, un valore simile a quello del 2019 (13.182). È interessante notare che questo dato è in controtendenza rispetto alla regione nel suo complesso, dove la domanda di lavoro è aumentata del 2% nei primi cinque mesi del 2022, con un totale di 281.400 assunzioni.
Le cessazioni nel Polesine sono diminuite rispetto all’anno precedente (10.129 rispetto a 10.433). Tuttavia, la diminuzione delle assunzioni è stata più accentuata, contribuendo al calo complessivo dell’occupazione. A maggio, il calo mensile nel Polesine è stato del 8,9%, quasi il doppio della media regionale. Solo Treviso ha registrato un calo simile (8,6%), mentre altre province come Padova, Verona, Belluno e Vicenza hanno subito cali minori. Venezia, invece, ha registrato un calo minimo del 1,4%.
I settori coinvolti
Veneto lavoro ha evidenziato che nel periodo gennaio-maggio del 2023, le assunzioni nel settore primario sono rimaste stabili rispetto al 2022 (+1%). Nel complesso, si è registrata una crescita del 6% nel settore dei servizi e una diminuzione equivalente nell’industria. Il comparto del commercio e del turismo ha rappresentato il traino positivo, con una crescita del 12%. Nel settore industriale, la domanda di lavoro è diminuita, in particolare tra le altre industrie (-16%), tra cui la chimico-plastica (-20%) e nel comparto delle macchine elettriche del settore metalmeccanico (-20%). Nonostante ciò, il saldo complessivo nel periodo è positivo e in aumento nel settore agricolo e nei principali ambiti del terziario.
Prospettive future
Nonostante il rallentamento dell’occupazione nel Polesine nei primi cinque mesi del 2023, è importante considerare i miglioramenti rispetto agli anni precedenti, soprattutto in seguito agli effetti della pandemia. L’analisi dei settori coinvolti offre spunti interessanti sulle dinamiche del mercato del lavoro. Sarebbe auspicabile un ritorno a una crescita più sostenuta nell’occupazione, soprattutto nel settore industriale, al fine di stimolare la ripresa economica nel Polesine.
In conclusione, il rallentamento dell’occupazione nel Polesine nei primi cinque mesi del 2023 richiede un’attenzione particolare. Nonostante le sfide, il Polesine ha dimostrato di essere resiliente nel superare gli ostacoli e lavorare verso una ripresa economica. Monitorare attentamente l’andamento dell’occupazione e implementare strategie per stimolare l’assunzione di personale può contribuire a migliorare la situazione nel Polesine e favorire una crescita sostenibile nel futuro prossimo.
Nota: Le informazioni presentate in questo articolo si basano sui dati disponibili fino al mese di maggio 2023. Si consiglia di fare riferimento alle fonti ufficiali per gli aggiornamenti più recenti.